Il flamenco come ballo individuale è nato da una serie di danze popolari sensuali, sviluppatesi nei bassifondi e negli ambienti delle taverne, dove la gente balla, più che per festeggiare una ricorrenza, per dimenticare. In quanto sfogo personale e privato, esso ha sempre mantenuto qualcosa di primitivo, accentuando le differenze e le distinte identità sessuali tra il ballo maschile e quello femminile. Così la figura femminile accentua la grazia dei movimenti messi in risalto da un abbigliamento malizioso e accattivante, il lungo e ampio scialle, l’abito con coda e volants che esalta la provocante sensualità della figura.

Le regole scritte di questo ballo sono poche: ciò che lo rende particolare e affascinante è la estemporaneità, la interpretazione personale, l’anima. E la psicologa di anima ne sa qualcosa… La passione per il flamenco è stata quasi inevitabile in questa artista che, dopo la laurea in psicologia, intraprende un viaggio di formazione in Spagna, “alla ricerca di non so che….” e, discussa una tesi sulla personalità dell’artista, percorre piste tracciate dagli artisti e segnate dall’arte e si lascia conquistare dal sole andaluso. Così, bruciando ogni tappa, come attraverso un’iniziazione lungamente preparata, scopre la fotografia, scopre il flamenco, la sensualità e la forza del flamenco, attraverso una donna in particolare, una ballerina americana di nome Lakshmi, che lei definisce “bella e bestia, sensuale e maschio, donna e uomo, umano e indio”.

foto Mnau da Donadi

MANUELA CARRETTA

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